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La morte, come la vita, il divino, non sono concetti astratti. C’e’ una regione recondita nel nostro cuore, ai confini dei territori della nostra mente, dove realta’, sogni, aspettative e memorie, vivono in un presente senza tempo, mescolandosi tra le memorie dei giorni felici e la sofferenza della quotidianita’. Nel tempo degli algoritmi, della ragione che offusca il sentimento, del viscido transumanesimo, si tentenna davanti a certe soglie speciali e non si trova il coraggio di attraversarle.
«Non è vero che i morti non parlano, siamo noi che abbiamo dimenticato come ascoltarli», ci ricordava Pier Paolo Pasolini. Nel silenzio e nel raccoglimento riusciamo ad aprirci e “sentire” le persone che abbiamo amato, che sono ancora con noi, nei recessi inestricabili del nostro inconscio, pertanto fuori dal tempo e dallo spazio. Sono li a raccontarci quello che verra’ in un tempo in cui le forze superiori e quelle inferiori si ricomporranno mostrandoci pienamente l’illusione della nostra coscienza.
a vita oltre la morte