La fine di un sogno: il premio Nobel.

Nei ricordi di un tempo che non esiste piu’, con i valori ormai tramontati, tornano alla mente, con una certa nostalgia, alcuni uomini che ancor oggi rappresentano un esempio. La mia generazione e’ cresciuta con il sogno del premio Nobel, icona di eccellenza, creativita’, immaginazione, dedizione; qualita’ sublimi al servizio dell’umanita’. Jean Paul Sartre, nel 1964, fu insignito del Premio Nobel per la letteratura che rifiuto’ come presa di posizione politica. Nel 1945 aveva già rifiutato la Legion d’onore e, successivamente, la cattedra al Collège de France nel 1964. Secondo Bernard-Henri Lévy, il teatro di Sartre colpisce ancora per i suoi testi, che contengono inquietanti profezie sulla crisi della civiltà occidentale capitalista e consumistica. Sartre fu l’icona della gioventù ribelle e anticonformista del dopoguerra . Le Duc Tho, politico vietnamita, rifiuto’ il Nobel per la pace nel ’73 per il semplice fatto che la pace non era stata raggiunta. Nel corso degli anni, nella putrefazione di una societa’ occidentale asservita al capitalismo liberale, abbiamo assistito al conferimento del premio Nobel per la pace a politici responsabili di guerre e sterminio di popolazioni inermi, e recentemente, a personaggi che hanno testimoniato immediatamente lo spirito dominante del grande reset. Oggi apprendiamo dalla Stampa, giornale di propaganda, che la scelta dei giurati per il premio Nobel per la pace sara’ tra Zelensky e Greta. Non troviamo aggettivi adeguati a questo degrado squallido e ripugnante che coinvolge, in questo momento, tutte le istituzioni occidentali. Anche il sogno del premio Nobel e’ tramontato definitivamente.