La farmacogenetica del Warfarin
La terapia con warfarin, o acenocumarolo, rappresenta il trattamento anticoagulante maggiormente utilizzato nella pratica medico-chirurgica di molte malattie croniche. Tuttavia, è stata osservata una notevole variabilità nella risposta al farmaco, che in alcuni soggetti determina complicanze emorragiche; in particolare, queste complicanze sono legate ai polimorfismi di due geni, CYP2C9 e VKORC1. Il primo codifica per un citocromo appartenente al complesso del citocromo P450, e le sue varianti alleliche CYP2C9*2 e CYP2C9*3 si associano ad una minor degradazione del warfarin, la cui azione quindi si protrae in modo eccessivo. VKORC1 codifica per il bersaglio enzimatico della vitamina K (vitamina k-epossido-reduttasi), sul quale le cumarine esercitano un’azione inibitoria. La funzione di VKORC1 è necessaria per i processi di coagulazione ed il polimorfismo 1639G>A è legato ad un minor potere coagulante. La presenza di suddette varianti di CYP2C9 e VKCOR1, ed ancor più la loro associazione, causa quindi un aumento del rischio emorragico in pazienti sottoposti a terapia con warfarin, secondo una scala di rischio che dipende dal loro assetto allelico. I risultati ottenuti da diversi studi clinici hanno indotto l’ente americano FDA a suggerire la modificazione del foglietto illustrativo del warfarin affinchè si riportino raccomandazioni riguardo alla necessità di genotipizzare i soggetti da sottoporre a terapia con cumarinici, e di ridurre le dosi nei soggetti portatori dei polimorfismi dei geni CYP2C9 e VKORC1.