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Per una nuova visione della medicina. L'insieme di...
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«Non basta prevedere la malattia, occorre insegnare la salute per conservarla». Lo diceva già Ippocrate 25 secoli fa, ma è anche, in estrema sintesi, il mio punto di vista a cui sono arrivato dopo un lungo percorso. Il mio paradigma, il mio metodo di cura del paziente lo definirei sistemico ed integrato.
La mia storia e’ la seguente: dopo la laurea in Medicina ho conseguito la specializzazione in Medicina Interna e poi in Cardiologia. Ho esercitato la cardiologia per molti anni in un grande ospedale romano, poi ho avuto l’incarico di dirigere varie strutture cardiologiche. Al Maimonides Medical Center di New York ho avuto la possibilità di perfezionarmi accanto ad uno dei più grandi cardiologi interventisti, il prof. Jacob Shani; ho poi ricoperto incarichi in altri istituti. Attualmente sono professore associato di Fisiologia Umana presso l’Università Guglielmo Marconi. Quindi una storia tradizionale, di cardiologia clinica ed interventistica, di unità coronariche, di emodinamica, di elettrostimolazione e quant’altro.
In questi ultimi anni mi sono accorto che sostanzialmente la medicina – chiamiamola tradizionale – sa trattare bene, con efficacia, le fasi acute delle malattie. Per esempio in campo cardiologico l’infarto con l’angioplastica primaria, consente un pronto recupero in una patologia che solo 20 anni orsono necessitava di una lunga permanenza a letto. Quando si tratta di gestire le malattie in fase cronica, la medicina tradizionale incontra delle notevoli difficoltà. Curare i sintomi e lasciare inalterato il meccanismo fisiopatologico fondamentale, la causa che e’ alla base di qualsiasi tipo di malattia, e’ l’atteggiamento prevalente della medicina moderna. Alla ricerca di una medicina, come dire, più “naturale” e più aderente ai fabbisogni dei pazienti, mi sono incamminato nella ricerca di qualcosa che potesse essere “integrato” nella nostra pratica quotidiana tradizionale. In questo percorso ho approfondito vari metodi di cura. Ho studiato varie discipline a connotazione “naturale”: la medicina fisiologica di regolazione, la nutrizione, la medicina low-dose, la fitoterapia, l’agopuntura, il microbioma, le tecniche psicologiche, la mindfulness, la meditazione, lo yoga e molte altre. Ho gradualmente introdotto nelle mia pratica medica questi paradigmi terapeutici, che penso debbano essere un patrimonio culturale di tutti i medici. Senza che questo approccio provochi un condizionamento radicale, ne privilegio gli aspetti positivi e, tengo in considerazione i limiti che ogni tecnica intrinsecamente possiede.